Viaggio nel tempo tra le spire del Romitone

15,50

AUTORE: John Oldman
TITOLO: Viaggio nel tempo tra le spire del Romitone – Il capitano leale Martelli
ANNO: ©2022 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281201040

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Descrizione

Quando ricevetti da John Oldman l’incarico di tradurre in inglese il libro di cui a breve vi parlerò, ero entusiasta ed eccitato forse perché il titolo mi riportò indietro nel tempo a dieci anni fa, quando ho avuto l’indescrivibile piacere di visitare l’Eremo di Santa Maria alla Sambuca, sito nel comune di Collesalvetti e morbidamente adagiato sulle Colline livornesi: un luogo di indiscutibile suggestione e di profonda spiritualità e, proprio per la sua particolare ubicazione e per la storica presenza di religiosi, deriva il nome di Sambuca, cioè “buca santa”. Mai, però, avrei potuto immaginare che l’articolazione narrativa del medesimo testo partisse proprio dai Templari, ordine fondato da Ugo di Pains nel 1119 con il precipuo obiettivo di difendere i pellegrinaggi in Terra Santa. I Templari furono l’ordine monastico cavalleresco più influente e potente nato nel contesto delle crociate e il loro nome deriva dalla sede che essi occuparono a Gerusalemme, proprio presso l’antico sito del Tempio di Salomone. Tante sono le penne e le macchine cinematografiche che hanno prodotto libri e film su questo argomento. Personalmente sono un grande appassionato della storia dei templari e del loro misterioso ordine e, in tutta sincerità, il non aver trovato quest’originale e affascinante avventura tra i primi dieci posti nella classifica dei libri che trattano questo tema, mi ha lasciato veramente sgomento e perplesso. L’autore, John Oldman, non è certo meno misterioso del racconto in oggetto o dello stesso Leale Martelli, capitano delle SS italiane, il quale, proprio quando la seconda guerra mondiale stava volgendo al termine, ricevette da Himmler in persona l’ordine di raggiungere una località segreta nei pressi della città di Livorno per ritrovare un misterioso macchinario che giaceva da secoli nascosto nei meandri sotterranei di un’antica villa. La missione affidatagli, presto, si trasformerà per il capitano in un’avventura che lo vedrà protagonista di incredibili esperienze paranormali. A distanza di decenni da quegli eventi vengono raccontate le sue vicissitudini che pare continuino ad avere delle ripercussioni fino ai giorni nostri. Ma cos’è che rende davvero interessante e avvincente questa lettura? Sarà forse lo scorrevole defluire delle parole che, nonostante non liberano mai il lettore dall’applicare una certa attenzione, non fermano o, per meglio dire, non mettono mai in stand bye il regime descrittivo che risulta essere sempre gradevole e stimolante o, forse, sarà il frutto di un intreccio narrativo che a 360 gradi sembra proiettare il lettore in altre realtà e dimensioni, grazie alla sofisticata e mai banale contestualizzazione di surreali immagini, di flashback, di ritrovamenti, di pergamene e quant’altro potrebbe essere facilmente riconducibile alla già citata letteratura templare, alla saga di Indiana Jones, di Capitan America e del suo nemico giurato Teschio Rosso? Non è solo così, anzi non è affatto così perché John Oldman con “Viaggio nel tempo tra le spire del Romitone. Il capitano Leale Martelli”, va ben oltre questi confini, li supera, li migliora e soprattutto li ambienta in un luogo (la Livorno italiana) che per molti potrebbe apparire ben lontano dall’esoterismo degli argomenti trattati, ma, che in realtà, scoprirete essere una delle culle natie più importanti della storia dell’ordine templare. Per ultimo, ma non per ordine di importanza, è doveroso sottolineare come questo viaggio mi abbia ricordato per certi versi quello dantesco, dove il Sommo Poeta trova Virgilio a fargli da Cicerone e illustratore. Quindi, se è vero che in realtà le coincidenze sono soltanto l’atra faccia delle predestinazioni, per me non è affatto difficile scommettere e anticipare al lettore che questo è solo il primo di tre libri, così come furono tre i regni visitati da Dante nella Divina Commedia. Del resto come il primo “Nel mezzo del cammin di nostra vita…” si ritrovò “… in una selva oscura, ché la diritta via avea smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura…” John Oldman, al personaggio di Leale Martelli, fa narrare: “Attraversata la suggestiva area dedicata alla preghiera dei fedeli nella navata centrale e poi il marmoreo altare, dove i dipinti alle pareti sia di destra che di sinistra sembravano rapire l’osservatore, giunsi in quella che era una secolare Sagrestia, tutta in legno, con un enorme tavolo centrale il cui forte odore di oli e cere incuteva un venerabile timore dell’ignoto…” Quindi… coincidenza o predestinazione? Non saprei, ma per scoprirlo avete un solo modo: leggerlo tutto d’un fiato.

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