La luna nel secchio

14,00

AUTORE: Ermanno Sperra
ANNO: ©2022 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281201095
PREZZO: € 14,00

Descrizione

“Se vôi l’ammirazione de l’amichi nun faje capì mai quello che dichi”.
Così diceva Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri, più noto come Trilussa che, insieme al Belli, è stato tra i massimi, più noti e apprezzati esponenti della poesia in vernacolo romano, così come romano è anche Ermanno Spera il quale, nella sua nuova silloge “La luna nel secchio”, non confina i suoi profondi riverberi poetici nell’orizzonte della poesia dialettale, ma, a mio avviso, li usa come punto di riferimento imprescindibile, con cui, con “eleganza”, immediatezza e sincerità, racconta la sua vita, le sue emozioni e la parte più intima del suo essere con la melodia e la musicalità delle poesie romane di un tempo. Spera usa l’arte della “parola poetica” superbamente con quella apparente e voluta “semplicitas” che spinge il lettore a profonde riflessioni ontologiche. È un esistenzialista dunque? No di certo!
L’indagine introspettiva non è il fine ultimo ma solo lo strumento, pertanto, dal mio modesto punto di vista, posso asserire che quelle di Ermanno sono vere e proprie “poesie morali” o moralizzatrici, in cui non riecheggiano i temi classici ma, ciò nonostante, il poeta riesce allegoricamente a offrire una rappresentazione del suo pensiero in un modo originale e, al contempo, con il sapore di riflessi poetici che proprio si rifanno alla scuola di Trilussa e di Belli.
Tutto questo accade per caso e, certamente, è solo una piacevole coincidenza, così come altrettanto piacevole è vedere emergere, verso dopo verso, la sua riflessione sulla condizione esistenziale, prima menzionata.
Nel momento stesso in cui il poeta la esplica, produce l’effetto di determinare nel suo “Io” non solo una sorta di liberazione e di purificazione, ma anche di coraggio indispensabile per combattere e per sconfiggere le “offese” che la vita gli serba. Il legame affettivo che lo lega ai suoi familiari, al padre tanto amato e scomparso, e al suo microcosmo. sono le principali tematiche che ornano la silloge.
Ma Ermanno, nell’evoluzione di questo suo “autodeterminarsi”, attraverso la nobiltà quasi palpabile della sua ars poetica, non è solo mero osservatore di fenomeni ma principale attore, infatti la sua è una “parte” sull’immenso palcoscenico della vita, per nulla semplice, al contrario, resa ancor più difficoltosa da una società in continua evoluzione e da una sorte come sempre imprevedibile.
Il poeta ci suggerisce che si impara più dalla sofferenza che dal piacere e, soprattutto, che a nulla serve cercare di trasformare le nostre verità in ottuse ipocrisie fini a se stesse, tanto per fuggire da quella parte recondita del nostro essere che vogliamo a tutti i costi celare al prossimo.
La nostra crescita spirituale e umana necessita anche di “parole” disperse “nel vento, di cattivi e di buoni pensieri, di odori che mutano al mutare della nostra esistenza, di fallimenti ed errori nostri, delle nostre buone cause, di incubi e sogni” e, soprattutto, di quel dolce e ammaliante confine che passa “tra realtà e illusione”, perché “in fondo alla nostra anima c’è un abisso” tutto da scoprire. Per Ermanno la vita “… È come il cielo cotonato di nuvole che, sospinte dal vento, lasciano poco spazio ai raggi del sole.
È una fitta boscaglia, dove chiome di alberi oscurano il terreno e lo rendono misterioso in un magico gioco di luci e di ombre”.
Il titolo della silloge “La luna nel secchio”, un po’ come le parole del Trilussa citate all’inizio, è solo in apparenza circondato da un alone di mistero, rievocato da una figura metaforica così potente, perché in realtà la luna è il nostro “essere nascosto” e il “secchio” è la consapevole conoscenza che solo la determinazione e il coraggio ci permettono di imbrigliare il nostro “Io” sconosciuto e da cui magari stiamo ancora fuggendo.
Se il vostro desiderio di sognare non eguaglia la gioia di vivere, allora vi suggerisco di ignorare quanto ho detto.
Ma, se al contrario, anche voi, come Ermanno Spera, pensate di potere ritagliare un pezzo di cielo, di riuscire a catturare la luna e, magari, di farla entrare in un secchio, allora questa silloge non deve assolutamente essere ignorata.

Antonello Di Carlo

SINOSSI

“Se vôi l’ammirazione de l’amichi nun faje capì mai quello che dichi”. Così diceva Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri, più noto come Trilussa che, insieme al Belli, è stato tra i massimi, più noti e apprezzati esponenti della poesia in vernacolo romano, così come romano è anche Ermanno Spera il quale, nella sua nuova silloge “La luna nel secchio”, non confina i suoi profondi riverberi poetici nell’orizzonte della poesia dialettale, ma, a mio avviso, li usa come punto di riferimento imprescindibile, con cui, con “eleganza”, immediatezza e sincerità, racconta la sua vita, le sue emozioni e la parte più intima del suo essere con la melodia e la musicalità delle poesie romane di un tempo.

Spera usa l’arte della “parola poetica” superbamente con quella apparente e voluta “semplicitas” che spinge il lettore a profonde riflessioni ontologiche.
Il legame affettivo che lo lega ai suoi familiari, al padre tanto amato e scomparso, e al suo microcosmo. sono le principali tematiche che ornano la silloge. Ma Ermanno, nell’evoluzione di questo suo “autodeterminarsi”, attraverso la nobiltà quasi palpabile della sua ars poetica, non è solo mero osservatore di fenomeni ma principale attore, infatti la sua è una “parte”, sull’immenso palcoscenico della vita, per nulla semplice, al contrario, resa ancor più difficoltosa da una società in continua evoluzione e da una sorte come sempre imprevedibile.

Il poeta ci suggerisce che si impara più dalla sofferenza che dal piacere e, soprattutto, che a nulla serve cercare di trasformare le nostre verità in ottuse ipocrisie fini a se stesse, tanto per fuggire da quella parte recondita del nostro essere che vogliamo a tutti i costi celare al prossimo.
La nostra crescita spirituale e umana necessita anche di “parole” disperse “nel vento, di cattivi e di buoni pensieri, di odori che mutano al mutare della nostra esistenza, di fallimenti ed errori nostri, delle nostre buone cause, di incubi e sogni” e, soprattutto, di quel dolce e ammalante confine che passa “tra realtà e illusione”, perché “in fondo alla nostra anima c’è un abisso” tutto da scoprire.

BIOGRAFIA

Ermanno Spera nasce a Roma, l’11 marzo 1967.

È poeta, scrittore e pittore, che invita il lettore, attraverso giochi di parole, ad entrare in un senso più autentico e personale.

I testi esprimono messaggi evocativi e sentimenti che convivono nell’individuo e che hanno valenza universale.

Poesie stilisticamente originali con la presenza di molte immagini evocative.

Dal 1999 ad oggi, è stato inserito con le sue liriche in diverse collane ed antologie poetiche, nazionali ed  internazionali.

Ermanno Spera è anche pittore e ha partecipato a numerose rassegne artistiche, collettive e personali.

Disse di lui Maria Mauro che i suoi versi sono gocce che cadono nella profondità dei sentimenti e cadendo bucano perfino la roccia più dura e diventano cristalline e limpide come il cielo e s’aprono nella cara purezza dell’eterno.

Libri pubblicati:

  • Realtà della fantasia ( Edizioni Salvemini, anno 1999)
  • La carezza della sera ( Atile Edizioni, anno 2022)
  • La bimba e il fauno ( Amazon, anno 2022)
  • Naduk ( Amazon, anno 2022)
  • La luna nel secchio ( Di Carlo Edizioni, anno 2022)
  • Il collezionista (Amazon, anno 2023)
  • La farfalla dalle ali dorate (Amazon, anno 2023)
  • Amanteus (Amazon, anno 2023)
  • Parole di seppia (Amazon, anno 2023)
  • Pills (Amazon, anno 2023)
  • Gheriglio che è tempo (Amazon, anno 2023)
  • Nero tulipano(Amazon, anno 2023)
  • Nessuno (Amazon, anno 2023)
  • Cleopatra (Amazon, anno 2023)
  • Corde di violino (Amazon, anno 2023)
  • L’impronta di un pensiero (Amazon, anno 2023)
  • Vibrisse (Amazon, anno 2023)
  • Infinitamente poesia ( Amazon, anno 2023)
  • Acrosticando (Amazon, anno 2023)
  • Nobody (Amazon, anno 2023)
  • Souls and words (Di Carlo Edizioni, anno 2023)
  • Contorni di carrube (Di Carlo Edizioni, anno 2023)

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