Il profumo del pane

13,00

AUTORE: Lucia Zappulla
TITOLO: Il profumo del pane
ANNO: ©2022 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281201057

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Descrizione

Sarebbe un grossolano errore parlare del nuovo libro di Lucia Zappulla senza avere doverosamente fatto una breve presentazione riguardo a questa bravissima autrice. Mamma e moglie siracusana, cuoca provetta, amante della buona cucina e della lettura, l’autrice, profondamente legata alla sua Sicilia, credo che possa agiatamente essere collocata tra i pochi esempi autoriali che pur essendo connessi alle tradizioni e al proprio territorio, riescono a costruire racconti che si espandono nel tempo e nello spazio, con la fortunata finalità che gli stessi diventano un po’ le proiezioni narrative in cui ogni lettore, qualunque sia l’area geografica di provenienza, vi si ritrova, rispecchiandosi tanto nella storia, quanto nel personaggio. La sua scrittura è agile, mai impacciata e la timidezza che, a volte, trasuda dalle sue pagine, non va assolutamente intesa come insicurezza, al contrario, come rispetto per il lettore, e, a mio modesto avviso, proprio in questa chiave, diventa il punto di forza dello stesso registro narrativo. Le storie che Lucia ci propone hanno il sapore della pasta della nonna fatta in casa o, per restare in tema con il titolo, del pane appena sfornato; ti fanno sentire quasi l’odore dell’inchiostro (il lievito) e della farina (la carta). Sono storie di persone normali, di vita comune, di invisibili e di un mondo in cui non occorre cercare degli eroi, perché le persone che lo abitano, ognuno(a) nella propria straordinaria singolarità, è di fatto eroe o eroina. È gradevole percepire, seppur come note leggere, gli accenti di “verismo” che accompagnano le pagine di questo libro. Avete ben capito: VERISMO! E non a caso faccio questo audace accostamento, considerato che buona parte dei caratteri di questa corrente letteraria ben coincidono con le velleitarie narrazioni di Lucia Zappulla: sto parlando del regionalismo (anche se la storia esce dai confini regionali), di una analisi profonda, di una descrizione sociale tipica (quella della provincia siciliana) e, soprattutto, dell’intimo rapporto che lega la scrittrice con la realtà regionale in cui vive, con cui si interfaccia e, per certi versi, sembra quasi misurarsi, ma non con la comoda finalità di raccontare le contraddizioni e l’arretratezza isolane, al contrario, con lo scomodo e difficile intento di farle apprezzare e metabolizzare proprio a chi siciliano non è. I fatti sono rappresentanti senza alcun giudizio personale da parte dell’autore, ma spesso la narrazione procede in modo che anche il lettore non riesca ad esprimere un proprio parere. Come nel Verismo italiano il linguaggio usato dall’autrice è dimesso e umile, contrariamente alle tradizioni auliche della letteratura italiana; inoltre, anche se propriamente non lo è, mi ricorda la forma del dialetto siciliano, almeno limitatamente alla composizione della proposizione e del periodo. Per quali aspetti invece differisce dalla corrente verista? Un primo aspetto è certamente di natura squisitamente storica, in quanto il periodo pre-unitario (che contraddistingue, quasi incapsulando il verismo) è quasi una reminiscenza lontana e, in secondo luogo, per il fatto che il “pessimismo” (altro elemento fortemente caratterizzante la corrente de quo) è presente solo nella trama, ma non nel finale, in cui l’autrice auspica che, al mondo tutto (persone e cose) possono cambiare. Anche questa volta, come da mia prassi consolidata, non voglio e non posso anticipare nulla di questa storia che per essere assaporata e capita va letta e “gustata” pagina dopo pagina, parola dopo parola, pensiero dopo pensiero. Pertanto, a tutti coloro che ben conoscono la differenza tra leggere e capire e che, soprattutto, hanno voglia di scoprire un racconto di fantasia che ha il sapore delle storie più vere e coinvolgenti, dico, senza alcuna riserva, di acquistare il “profumo del pane” di Lucia Zappulla.
Antonello Di Carlo

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