Covid Hunting

22,00

AUTORE:  Giuseppe Pierdomenico
TITOLO: Covid Hunting
ANNO: ©2023 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 979-1281201248

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Descrizione

“La nostra specie che, un giorno, dei fragili e strani bipedi chiameranno Covid 19, oppure Coronavirus, ha alle spalle milioni di anni di evoluzione.
Ci siamo riprodotti milioni di volte durante i quali abbiamo perfezionato i nostri meccanismi di sopravvivenza. Siamo alla ricerca di un organismo complesso dentro il quale installarci.
Purtroppo Madre Natura non ci ha fornito i mezzi per poterci spostare autonomamente. Il nostro corpo è forte ma delicato nello stesso tempo”.
È con siffatto monologo che il protagonista principale di questo avvincente e originale romanzo, per l’appunto il Covid 19, esordisce. Credo che tutti noi ricordiamo l’onda pandemica che, come un enorme tsunami, ha investito il nostro pianeta e, al contempo, sono certo che, tutt’oggi, molti di noi non abbiano dimenticato gli effetti del suo contagio. Accadde così che un giorno il genere umano si è visto sotto l’attacco di un nemico subdolo, invisibile e invincibile. I morti sono stati oltre quattro milioni, i contagiati hanno superato il numero di cinquanta milioni e tutto questo accadeva tra la paura di chi credeva di perdere tutto all’improvviso, l’indifferenza di chi apaticamente non sembrava minimamente toccato dal rischio del contagio e gli interessi miliardari di multinazionali, di Governi e di case farmaceutiche, impegnate in una corsa alla sperimentazione di un vaccino che, tutt’oggi, nel mondo medico e scientifico ha provocato molte divisioni e continua a destare molte perplessità. La vicenda trattata è un virtuoso intreccio di fatti, di personaggi reali, talvolta anche inventati, e di ambientazioni che fondono la realtà con la fantasia, a tal punto, da non comprendere – vale anche per i lettori più navigati e attenti – dove finisca la prima e inizi la seconda.
Tutto questo accade senza bruschi adattamenti e con una fluidità narrativa difficilmente reperibile in autori e libri dello stesso segmento. Lodevole e interessante mi appare il fine che Giuseppe Pierdomenico si è prefissato, lasciando proprio quella che, all’uopo, mi piace chiamare “zona grigia”, attraverso cui la soggettività discrezionale e il raziocinio di ogni lettore permetterà allo stesso di decidere quanta realtà e quanta fantasia intenda trovare in questo manoscritto. Il virus diventa quasi il regista di questa articolata narrativa filmica, ne scandisce i tempi, seleziona i personaggi, sembra quasi scegliere i suoi nemici giurati come l’eroina, Chai Ling, diciottenne e leader delle proteste studentesche di piazza Tien Amen dell’ormai lontano 1989.
Scruta e osserva, l’essere umano, quasi studiandolo, con tutte le sue virtù, vizzi e debolezze e, verso lo stesso, sembra avere una sorta di riconoscenza perché sarà proprio grazie e attraverso l’uomo che il virus potrà continuare la propria esistenza e perseguire il proprio fine: il contagio globale.
L’Autore esperto pone saggiamente l’accento sul fatto che il Coronavirus sia un essere vivente creato da Madre Natura e, come tutti gli esseri viventi, cerca di sopravvivere, di alimentarsi, di riprodursi e soprattutto di “fare il suo dovere di virus”, ossia infettare gli umani.
Ad arricchire il quadro coreografico vengono chiamati in causa personaggi più o meno reali e più o meno noti che, seppur secondari, rappresentano il substrato ontologico o, per meglio dire, l’humus narrativo grazie a cui si sviluppa la storia stessa del libro.
Ho letto tutti i “tomi” dell’autore e, degli stessi, mi sono occupato anche della loro traduzione in inglese, francese, spagnolo e russo. Tutto ciò mi ha reso possibile l’approfondimento della conoscenza sulla “poliedrica ed enciclopedica narrativa dell’autore e, insieme ad essa, anche la giusta e doverosa analisi critica ed editoriale. Giuseppe Pierdomenico, da autodidatta scrupoloso e attento, proviene dal self-publishing e vanta una cospicua produzione letteraria, accomunata dal, da me tanto amato e apprezzato (non ne faccio mistero alcuno), filo conduttore rappresentato dall’ utilizzo di una tecnica di scrittura “influenzata” da quello che, a tutti noi, è noto con il nome di “libro-dossier” e forgiata sul campo da anni e anni di professione articolatasi un po’ in tutti i continenti del mondo. Scrivere un libro è già impresa ardua e, più di ogni altra cosa, presuppone una lucida consapevolezza e, soprattutto, un senso di responsabilità da cui l’autore non può esimersi.
Giuseppe attua con raziocinio e doverosa caparbietà le prerogative prima accennate ma, cosa ben più importante, lo fa con il massimo rispetto verso il lettore e verso il suo compito istituzionale di “narratore”, senza mai dimenticarsi che sta scrivendo un romanzo… quindi senza mai dimenticarsi il compito primario di allietare i lettori e di creare interesse con i suoi racconti.
Osacar Wilde scriveva:
“Fu un giorno fatale quello in cui il pubblico scoprì che la penna è più potente della pietra e che può essere offensiva quanto un mattone”. Concludo dicendoti, caro amico e stimato scrittore.
“Non abbandonare il tuo cammino, già ben definito, e, dei tuoi dossier di vita, con zelante passione, continua imperterrito a essere appagato servitore”.
Antonello Di Carlo

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