Non smetterò di sognare

“Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente; il giorno in cui li perdona, diventa un adulto; il giorno che perdona se stesso, diventa un saggio”. Per iniziare a parlarvi di questo libro, solo all’apparenza atipico diario romanzato di una straordinaria autrice, di proposito prendo spunto dalla citazione in calce perché, inevitabilmente, “Non smettere di sognare”, di Roberta Zanzi, induce a profonde riflessioni introspettive e porta il lettore a rivivere il momento più travagliato, più bello, più controverso ma, fra tutti i momenti della crescita, quello che generalmente si ricorda meglio, quello che di norma non potremo rimuovere mai dai nostri ricordi. Non voglio perdermi in inutili anticipazioni e commenti convenzionali sul registro linguistico, sullo stile di scrittura e sulla qualità della stessa autrice e la spiegazione è la seguente: “Non smettere di sognare”, solo in apparenza, è un libro scritto da un’adolescente che racconta un momento particolare della sua vita, con le idee chiare della sua età e con parole obbligatoriamente ordinate, semplici, e, nella loro semplicità, superbamente descrittive.
Se non conoscessi di persona l’autrice, mai e poi mai avrei potuto credere che questo libro fosse il prodotto di una persona matura e che, di contro, non fosse uscito dalla “penna” di una teenager che per essere felice e vivere attimi di gioia le fosse sufficiente il semplice correre a piedi scalzi su di un prato o magari una cavalcata su Antares. Proprio così… Roberta Zanzi adolescente lo è stata, come tutti noi, ma, evidentemente, per essere riuscita a scrivere questo libro non ho compreso se ha dovuto seguire una training propedeutico particolare per prepararsi a vestire i panni di una giovane ragazza, per imparare a usare il tipico linguaggio disinvolto e giovanile che molti di noi siamo ormai soliti sentire dai nostri figli, oppure, se il fanciullino di pascoliana derivazione, è così integrato e presente nel suo essere, tanto da essere riuscita a compiere una missione impossibile per un adulta: tornare bambina.
Qualunque sia la risposta poco importa, ciò che è veramente importante è che l’autrice è riuscita a fotografare quel particolare momento della vita di una donna e di un uomo in cui avvengono i più importanti cambiamenti a livello fisico e psicologico: l’adolescenza appunto…
Si tratta di una fase di transizione molto delicata che segna il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, e che porta con sé un elevato potenziale trasformativo e per dirla con un esempio calzante: è quel momento in cui il bruco diventa crisalide.
“Non smettere di sognare” ci fa riflettere e, inevitabilmente, ci porta a pensare che nonostante le tempistiche siano sempre soggettive, ed esistano importanti differenze tra maschi e femmine, durante l’adolescenza, ognuno acquisisce le competenze e gli strumenti per affrontare in modo adeguato la vita adulta.
È ben descritta infatti, la sperimentazione del passaggio dal corpo infantile a quello adulto. Si tratta di cambiamenti che riguardano la morfologia e le funzioni del corpo: aumento della statura, maturazione dei genitali, comparsa dei caratteri sessuali secondari, variazioni del tono della voce, ecc.
I cambiamenti fisici e il risveglio degli interessi sessuali spingono gli adolescenti a costruire relazioni affettive al di fuori della famiglia e il legame di attaccamento nei confronti dei genitori, viene totalmente ristrutturato; come se non bastasse il bisogno di autonomia e indipendenza induce i ragazzi ad abbandonare la posizione di dipendenza caratteristica dell’infanzia e a distaccarsi gradualmente dai genitori, avviando un processo di separazione psicologica e fisica.
È proprio su questo che l’autrice, con questa sua e, per me inspiegabile, “invenzione narrativa”, pone l’attenzione e lo fa con le sue semplici parole, con i suoi pensieri banali, ma solo agli occhi di un freddo adulto, ma sinceri, con i suoi flashback, con i suoi legittimi desideri che la portano a non rinunciare ai sogni, al contrario, quasi la esortano a sperimentarli, attraverso i processi psicologici di identificazione e di sperimentazione. Infatti è cosa assai risaputa che la possibilità di frequentare ambienti nuovi, come quello scolastico o sportivo, permette all’adolescente di confrontarsi con i coetanei, sperimentandosi in contesti diversi e stimolanti.
Ma ciò che Roberta implicitamente ci spinge a non dimenticare è che, da adolescenti, tutti noi abbiamo sviluppato la capacità di porre in essere ragionamenti astratti, di riflettere in modo critico sul nostro pensiero e su quello delle altre persone. Ma, come sempre accade, proprio sul più bello ecco che la fanciullezza finisce e si diventa adulti con tutte le conseguenze e gli effetti che questo passaggio comporta.
Ma, per fortuna, prima che ciò accada, abbiamo scoperto l’amore, in tutte le sue variegate sfaccettature, gioendo, soffrendo, con le finte indifferenze e le false gelosie e poi ancora con quelle più vere e struggenti, con i coinvolgimenti spontanei, gli interessi, le commozioni, le curiosità e i turbamenti.
Ma ciò che ci ha stupito e che continuerà a stupirci è che l’amore, pilastro portante e tema intimamente connesso con questo libro e con la vita di tutti, al contrario di noi, è un sentimento che cambia, che ci trasforma, che, una volta impossessatosi dei nostri corpi e delle nostre menti, in un modo o nell’altro, a prescindere dall’età, rappresenta quella inspiegabile forza geofisica che, pur di provarla, da inguaribili adulti, non vogliamo smettere di sognare. I miei più sinceri complimenti all’autrice.
AUTORE: ROBERTA ZANZI
ANNO: ©2022 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281201033
PREZZO: € 13,00