La luna nel secchio

“Se vôi l’ammirazione de l’amichi nun faje capì mai quello che dichi”.
Così diceva Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri, più noto come Trilussa che, insieme al Belli, è stato tra i massimi, più noti e apprezzati esponenti della poesia in vernacolo romano, così come romano è anche Ermanno Spera il quale, nella sua nuova silloge “La luna nel secchio”, non confina i suoi profondi riverberi poetici nell’orizzonte della poesia dialettale, ma, a mio avviso, li usa come punto di riferimento imprescindibile, con cui, con “eleganza”, immediatezza e sincerità, racconta la sua vita, le sue emozioni e la parte più intima del suo essere con la melodia e la musicalità delle poesie romane di un tempo. Spera usa l’arte della “parola poetica” superbamente con quella apparente e voluta “semplicitas” che spinge il lettore a profonde riflessioni ontologiche. È un esistenzialista dunque? No di certo!
L’indagine introspettiva non è il fine ultimo ma solo lo strumento, pertanto, dal mio modesto punto di vista, posso asserire che quelle di Ermanno sono vere e proprie “poesie morali” o moralizzatrici, in cui non riecheggiano i temi classici ma, ciò nonostante, il poeta riesce allegoricamente a offrire una rappresentazione del suo pensiero in un modo originale e, al contempo, con il sapore di riflessi poetici che proprio si rifanno alla scuola di Trilussa e di Belli.
Tutto questo accade per caso e, certamente, è solo una piacevole coincidenza, così come altrettanto piacevole è vedere emergere, verso dopo verso, la sua riflessione sulla condizione esistenziale, prima menzionata.
Nel momento stesso in cui il poeta la esplica, produce l’effetto di determinare nel suo “Io” non solo una sorta di liberazione e di purificazione, ma anche di coraggio indispensabile per combattere e per sconfiggere le “offese” che la vita gli serba. Il legame affettivo che lo lega ai suoi familiari, al padre tanto amato e scomparso, e al suo microcosmo. sono le principali tematiche che ornano la silloge.
Ma Ermanno, nell’evoluzione di questo suo “autodeterminarsi”, attraverso la nobiltà quasi palpabile della sua ars poetica, non è solo mero osservatore di fenomeni ma principale attore, infatti la sua è una “parte” sull’immenso palcoscenico della vita, per nulla semplice, al contrario, resa ancor più difficoltosa da una società in continua evoluzione e da una sorte come sempre imprevedibile.
Il poeta ci suggerisce che si impara più dalla sofferenza che dal piacere e, soprattutto, che a nulla serve cercare di trasformare le nostre verità in ottuse ipocrisie fini a se stesse, tanto per fuggire da quella parte recondita del nostro essere che vogliamo a tutti i costi celare al prossimo.
La nostra crescita spirituale e umana necessita anche di “parole” disperse “nel vento, di cattivi e di buoni pensieri, di odori che mutano al mutare della nostra esistenza, di fallimenti ed errori nostri, delle nostre buone cause, di incubi e sogni” e, soprattutto, di quel dolce e ammaliante confine che passa “tra realtà e illusione”, perché “in fondo alla nostra anima c’è un abisso” tutto da scoprire. Per Ermanno la vita “… È come il cielo cotonato di nuvole che, sospinte dal vento, lasciano poco spazio ai raggi del sole.
È una fitta boscaglia, dove chiome di alberi oscurano il terreno e lo rendono misterioso in un magico gioco di luci e di ombre”.
Il titolo della silloge “La luna nel secchio”, un po’ come le parole del Trilussa citate all’inizio, è solo in apparenza circondato da un alone di mistero, rievocato da una figura metaforica così potente, perché in realtà la luna è il nostro “essere nascosto” e il “secchio” è la consapevole conoscenza che solo la determinazione e il coraggio ci permettono di imbrigliare il nostro “Io” sconosciuto e da cui magari stiamo ancora fuggendo.
Se il vostro desiderio di sognare non eguaglia la gioia di vivere, allora vi suggerisco di ignorare quanto ho detto.
Ma, se al contrario, anche voi, come Ermanno Spera, pensate di potere ritagliare un pezzo di cielo, di riuscire a catturare la luna e, magari, di farla entrare in un secchio, allora questa silloge non deve assolutamente essere ignorata.

AUTORE: Ermanno Sperra
ANNO: ©2022 DI CARLO EDIZIONI
ISBN-13: 9791281201095
PREZZO: € 14,00

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *